IL DESERTO

ESERCIZI DI SANTITÀ
Itinerario  quaresimale con i Padri del deserto    

VITA DI SANT’ANTONIO ABATE
 Scritta da Atanasio di Alessandria
 
Si ritira ai margini del villaggio

3.1. Entrato un’altra volta nella casa del Signore, come sentì il Signore che diceva nel Vangelo: Non preoccupatevi del domani, non poté più restare oltre, ma uscì e distribuì anche quei pochi beni ai poveri. Poi affidò la sorella a delle vergini conosciute e fedeli e la lasciò affinché fosse allevata nella verginità; egli stesso si dedicò all’ascesi davanti a casa sua, vigilando su di sé e sottoponendosi a una dura disciplina.

2. Allora, infatti, non c’erano ancora in Egitto tante dimore di solitari e il monaco non conosceva ancora il grande deserto. Chi voleva vigilare su se stesso si dedicava all’ascesi in solitudine, non lontano dal proprio villaggio.

3. Vi era allora, nel villaggio vicino, un anziano che dalla giovinezza si esercitava nella vita in solitudine. Antonio lo vide e gareggiò con lui nel bene.

4. In un primo tempo cominciò anch’egli ad abitare nei dintorni del villaggio e di là, non appena sentiva parlare di qualcuno che era pieno di fervore, andava a cercarlo come l’ape sapiente e non faceva ritorno a casa sua prima di averlo visto e di aver ricevuto una sorta di viatico per camminare nella via della virtù.

5. Là, dunque, trascorse i primi tempi e si confermava nel suo proposito per non volgersi di nuovo al pensiero dei beni dei suoi genitori, né al ricordo dei parenti; ogni suo desiderio e ogni sua sollecitudine era rivolta allo sforzo ascetico.

6. Lavorava con le proprie mani, poiché aveva udito: Il pigro non mangi. Parte del suo guadagno gli serviva per procurarsi il pane, parte lo distribuiva a chi ne aveva bisogno. Pregava continuamente sapendo che bisogna pregare in disparte senza interruzione,

7. ed era così attento alla lettura delle Scritture che non lasciava cadere a terra nulla di quanto vi è scritto, ma ricordava tutto e la memoria stava per lui al posto dei libri.

Cerca ammaestramento presso altri solitari

4.1. Così viveva Antonio e per questo era amato da tutti. Si sottometteva con cuore sincero a quegli uomini pieni di fervore che andava a visitare e da ciascuno apprendeva lo zelo e l’ascesi in cui eccelleva. Di uno contemplava l’amabilità, di un altro l’assiduità nella preghiera; in uno osservava la mitezza, in un altro l’amore per il prossimo; vedeva come l’uno amasse la veglia, l’altro la lettura delle Scritture, ammirava l’uno per la sua perseveranza, l’altro per i digiuni e l’abitudine di dormire sulla nuda terra; osservava la mitezza dell’uno e la generosità dell’altro e di tutti, poi, notava la fede in Cristo e l’amore vicendevole.

2. Così arricchitosi, se ne ritornava là dove viveva la sua vita ascetica, raccoglieva quello che aveva imparato da ciascuno e cercava di dar prova di tutto.

3. Con i suoi coetanei non amò essere in contesa che su un solo punto: non apparire mai secondo nel bene. E lo faceva in modo tale che nessuno si rattristava, ma anche gli altri si rallegravano a causa sua.

4. Tutta la gente del villaggio e quelli che amavano il bene e che lui frequentava, vedendolo così, lo chiamavano amico di Dio e lo amavano gli uni come un figlio, gli altri come un fratello.


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