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IL DESERTO

    ESERCIZI DI SANTITÀ
    Itinerario  quaresimale con i Padri del deserto    

    Monaci anacoreti

    Per tutto il III secolo, in coincidenza con le grandi persecuzioni, troviamo grandi figure del cristianesimo primitivo che fuggono nel deserto, non per sfuggire alla violenza imperiale, ma per sfuggire alla corruzione e alla vanità tossica del mondo ancora pagano.

    Questo fuga mundi (fuga del mondo) rifiutò una società che viveva per la gloria mondana, la brama di lusso, l’autocelebrazione e il desiderio di lasciare un ricordo glorioso ai posteri.
    In contrasto con questo approccio, l’invito a muoversi da soli (monaco in greco, da cui deriverà il latino monac.
    Il deserto comporterà la ricerca dell’umiltà, del distacco, dell’austerità, del silenzio, della vita nascosta e della dimenticanza di sé.
    Non per mera opposizione al mondo, ma per manifestarsi davanti ad esso “…”.tutto ciò che è necessario” (Lc 10,42), che è la contemplazione delle realtà divine, e di imitare la vita di Gesù Cristo come preghiera solitaria in luoghi desertici.

    Nel deserto, come Gesù, il monaco che ha rinunciato alla famiglia, alle ricchezze, agli affetti e a se stesso, per dedicarsi alla solitudine e alla preghiera, subirà una dura lotta da parte del demonio, come Gesù Cristo nel deserto della Giudea.
    Non gli mancheranno le tentazioni, le molestie, gli attacchi e le seduzioni; non gli mancherà nemmeno la violenza del mondo o gli attacchi delle bestie selvatiche. Ma ne uscirà trionfante grazie alla benedizione di Dio e al suo personale sforzo ascetico per conquistare le virtù.
    Ecco come viene raccontato nei numerosi Vite che ci sono pervenuti dai cosiddetti Padri del deserto, i primi anacoreti (il separato).

    Il più importante è quello scritto da Sant’Atanasio su Sant’Antonio Abate,
    il vero padre di questa nuova esperienza monastica in solitudine.
    In esso racconta la conversione di sant’Antonio, i suoi inizi nella dura esperienza di anacoreta, la sua vita prima tra le tombe e poi nei deserti egiziani.
    E rivela che la fama di santità e saggezza del santo, frutto della sua generosa dedizione all’imitazione e alla sequela di Gesù Cristo, gli procurò numerosi discepoli.